06 Apr MINIRUGBY , MINI TERZO TEMPO
Sono le 4 del pomeriggio. Ore 16. Mio figlio sta mangiando un piatto di pasta al pesto insieme a una sessantina di altri piccoli rugbisti come lui; conoscendolo so già che all’ora di cena mi chiederà comunque cosa c’è da mangiare!
Tutto questo, per lui che ha solo 6 anni, avviene circa un paio di volte al mese, si tratta del Terzo Tempo del Rugby.
COS’E’ IL TERZO TEMPO?
E’ un momento conviviale, in cui tutti i giocatori che sono stati impegnati nella partita si ritrovano insieme per mangiare, bere e festeggiare.
E’ la fase conclusiva di partite e tornei e il Rugby è forse l’unico sport ad aver adottato questa tradizione nel mondo sportivo.
Una tradizione antica e fondamentale che racchiude il cuore della filosofia del Rugby: “A Rugby si gioca con un avversario e non contro un avversario”, differenza che sembra piccola ma che ha un valore enorme, mettendo in primo piano il rispetto e lo stare insieme.
Per i piccoli rugbisti dei settori giovanili – dai 5 anni in su, l’importanza educativa del Terzo Tempo è forse maggiore che per i grandi.
- Insegna ad avere rispetto per l’avversario dentro e fuori dal campo
- Sottolinea come il Rugby sia prima di tutto un gioco per divertirsi tutti assieme
- Dimostra come, alla fine della partita, indipendentemente dal risultato, si può essere amici e stare insieme.
- E’ un’occasione per far nascere grandi amicizie tra i piccoli , ma anche tra i genitori che li accompagnano
- Per gli accompagnatori è un momento importante per conoscersi, dialogare e divertirsi seguendo la crescita dei loro figli.
MA PER LA DIETA DI MIO FIGLIO NON CI SONO PROBLEMI?
Ammetto che anche io, al primo raggruppamento, ho avuto un momento di smarrimento quando mi sono sentita dire da mio figlio, che a merenda avevano mangiato pennette al sugo e torta. Dopo tutto fin quando non hai a che fare con determinate esperienze non ci pensi.
Poi ti ci trovi in mezzo e, occupandomi io di nutrizione, non ho potuto fare a meno di ragionare su questa splendida tradizione e del suo impatto sulle abitudini alimentari dei più piccoli.
Partiamo da quelle che sono le certezze.
- Dal punto di vista educativo e pedagogico il Terzo Tempo è un momento fondamentale per la crescita dei bambini, come persone prima ancora che come atleti
- Dal punto di vista della nutrizione sportiva la scienza è concorde nel dire che è importante fare un pasto adeguato il più presto possibile alla fine della pratica sportiva, sia per quanto riguarda le partite, sia per quanto riguarda gli allenamenti.
Sulla seconda certezza, troviamo quello che è il nocciolo della questione “il pasto adeguato”.
Eh già. Il pasto adeguato, quando parliamo di bambini, ha un’importanza tutta particolare. Se il Rugbista dei settori superiori deve pensare al recupero muscolare e delle riserve energetiche, il piccolo rugbista deve essere guidato verso delle sane abitudini alimentari, che si porterà dietro per tutta la vita sportiva, ma che faranno la differenza nel suo crescere come atleta tanto più saranno consolidate.
Il terzo tempo deve quindi diventare un’occasione per guidare i piccoli rugbisti verso un’alimentazione il più possibile corretta per la loro crescita nella vita e nello sport.
COSA NON DOVREBBE ESSERCI NEL TERZO TEMPO?
- Patatine fritte
- Snack e cibi spazzatura
- Hamburger di dubbia qualità e provenienza
- Bibite dolci e gassate
Lo sport è considerata una buona abitudine, un’attività sana per mantenersi in salute.
Non sarebbe forse un controsenso far fare sport ai nostri bambini con l’intento di giovare alla loro salute e poi riempirli di cibo spazzatura per “recuperare le energie” dopo gli allenamenti o le partite?
COME DOVREBBE ESSERE IL TERZO TEMPO IDEALE?
Dovrebbe essere costituito da alimenti semplici, di buona qualità e facilmente digeribili, per aiutare i bambini a recuperare in fretta le energie spese pur senza appesantirli troppo.
Quando i bambini giocano al mattino
Il terzo tempo viene fatto normalmente all’ora di pranzo e può essere rappresentato da:
- un piatto di pasta o riso con un sugo semplice di pomodoro, olio e parmigiano, pesto di basilico.
- con i condimenti leggeri e possibilmente puntando sulla loro buona qualità (meglio poco olio extravergine di oliva che tanto olio di semi).
- E’ possibile aggiungere una piccola porzione di carne con contorno di verdura o una fetta di polpettone o torta di verdure.
- L’acqua dovrebbe essere offerta in abbondanza già a fine partita, quando ci si trova nello spogliatoio.
- Al pasto non dovrebbe essere offerta nessun altra bevanda diversa dalla semplice acqua.
Quando i bambini giocano al pomeriggio
Nel pomeriggio il terzo tempo diventa una merenda e quindi possono essere proposte:
- torte dolci senza creme grasse, crostate di frutta.
- piadine o panini al prosciutto e torte e focacce salate preparate con ingredienti genuini e poco lavorati.
Anche in questo caso l’idratazione deve essere fatta immediatamente al termine della partita e l’orario della merenda non deve far venire la tentazione di offrire bibite o succhi di frutta come bevanda.
Prima di tutto il bambino deve essere idratato con sola acqua.
Gli alimenti del pasto conviviale aiuteranno poi il recupero di zuccheri semplici e complessi di cui ha bisogno.
E se giocano sia al mattino che al pomeriggio?
In questo caso le indicazioni cambiano di poco.
Al momento del pranzo sarà però di fondamentale importanza la presenza di un primo piatto semplice, evitando intingoli e condimenti pesanti, così come dolci farciti e creme che possono appesantire i piccoli atleti o creare fastidi digestivi che si presenteranno durante le partite del pomeriggio.
Per concludere…
il famoso piatto di pasta al pesto delle ore 16 non è nutrizionalmente sbagliato. Sicuramente è più adeguato per un terzo tempo dell’ora di pranzo, ma rappresenta in ogni caso un piatto a base di carboidrati complessi, con un condimento semplice e digeribile e, non ultimo, gradito dai bambini.
In un condimento come il pesto, ricco di fonti grasse che dovrebbero essere di buona qualità, le materie prime sono però fondamentali.
Possono trasformare un buon piatto in un totale disastro, non solo per il palato, ma sopratutto per la salute e il benessere dei più piccoli.